Vorrei che ci incamminassimo insieme verso un orizzonte inesplorato

Ho pensato questo sito come un luogo dove attraversare esperienze, riflessioni e pratiche legate all’improvvisazione, in particolar modo, a quella teatrale.

Applicare l’improvvisazione teatrale nel campo educativo vuol dire imparare ed insegnare ad ascoltare, a collaborare, a far spazio per l’altro, valorizzandolo.

Un invito all’incontro e al rispetto in ogni relazione interpersonale.

Luigi Maniglia

Mi chiamo Luigi Maniglia e mi piace perdermi.

Mi sembra un buon modo per incontrare veramente le persone e le cose.

Per evitare le lezioni di giurisprudenza alla Statale di Milano, a volte mi incamminavo a piedi per una via a caso pensando “Chissà dove porterà?” e navigavo a vista, seguendo gli stimoli della curiosità e dell’ambiente circostante.

Non è un caso che il teatro di cui mi sono innamorato sia il teatro di Augusto Boal, attore e regista brasiliano inventore del metodo del Teatro dell’Oppresso, che ha una forte componente di improvvisazione e di ricerca della liberazione personale e collettiva.

Negli anni di attività educativa come capo Scout ho potuto sperimentare giochi e tecniche teatrali al servizio della crescita e dello sviluppo di molti bambini e ragazzi, finché non ho deciso di dedicarmi interamente alla ricerca teatrale e al teatro ragazzi, con la compagnia Teatro Invito e con l’associazione Comunità di via Gaggio di Lecco.

Nel 2001 insieme all’amico e collega Matteo Binda entravamo per la prima volta nelle classi di una scuola elementare. Io vestivo i panni di un insegnante di sostegno di nome Gigi Gilardi e lui impersonava un bambino “cattivo” di nome Albert.

Albert sarebbe stato il nuovo compagno degli alunni delle classi in cui eravamo stati chiamati a fare laboratorio teatrale e Gigi Gilardi avrebbe dovuto accompagnare il suo ingresso nel gruppo dei nuovi amici, sempre che fosse riuscito a fargli togliere i piedi dal banco e a non fargli rubare l’astuccio dei compagni. Si parlava di educazione e di buone maniere. Sapevamo come iniziare, ma mai come sarebbe andata a finire.

Oggi l’ingresso all’improvviso nelle classi dell’infanzia e della scuola primaria ha le caratteristiche di uno spettacolo che non è solo degli attori, così come la lezione non è solo dell’insegnante, ma è una performance che si nutre di dialogo, di ascolto reciproco, di distrazione e di curiosità che spingono oltre.

E’ l’immersione in una storia, con qualche elemento di partenza e una grande voglia di esplorare ed inventare insieme, lasciandosi guidare dall’incertezza, imparando nel momento della spontaneità.

Con i grandi della scuola secondaria, è un’avventura tra dialogo schietto e ricerca di possibilità di espressione, con una particolare attenzione a come il teatro può aiutare a conoscersi nella relazione, soprattutto quella conflittuale.

Improvviso Educativo è un modo di pensare la relazione nella crescita, come uno scambio in cui fare posto all’altro, con rispetto e con la meraviglia di poter condividere sempre nuove ricchezze, perché la cultura sia uno sguardo ampio e l’incontro tra persone una agevole occasione per affermare l’umanità.

Spero che tu possa trovare, tra queste pagine, qualcosa di utile.

Grazie di essere qui.

I miei

Questi sono gli ambiti in cui sono cresciuto 

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