Barbara Tint è la presidentessa di un’associazione mondiale che si chiama A.I.N. (Applied Improvisation Network), una rete globale di più di 7.000 professionisti che applicano le capacità legate all’improvvisazione ai più svariati ambiti dell’esperienza umana individuale e sociale.
Questa mattina rileggendo la newsletter dell’associazione da lei curata, ho trovato una serie di riflessioni e di approfondimenti che mi sembrano fondamentali, pensando al connubio tra educazione e improvvisazione, soprattutto in questo tempo segnato dal “virus”.
Barbara Tint dice che alcuni degli strumenti acquisiti grazie alla pratica dell’improvvisazione l’hanno aiutata e sostenuta nell’attraversare il recente periodo della storia umana segnato dalla pandemia e dalle vicende legate al razzismo.
L’ascolto profondo: ascoltare per imparare, ascoltare per capire, ascoltare con compassione, ascoltare per entrare meglio possibile sulla scena.
Essere presente: come posso esserci pienamente ed interamente? Come uso la mia attenzione per accorgermi di ciò che mi sta intorno per farne un uso migliore possibile? Come utilizzo la mia presenza per occuparmi di ciò che è necessario?
Status: Come stanno usando lo spazio gli individui e i gruppi? In che modo sfruttiamo il nostro status per supportare gli altri? Come riusciamo a percepire le modalità ridotte e amplificate in cui le dinamiche di status appaiono sulla scena attuale?
Emozioni: Come riusciamo a guidare le montagne russe delle emozioni? Come possiamo dire si alla rabbia e alla paura e alla speranza e all’amore contemporaneamente? Come possiamo usare le nostre energie emotive per portare avanti la scena, invece che incagliarci? E molto altro ancora.
Ho sentito molte persone dire di non sapere come procedere, e quindi non fare spesso niente per paura di sbagliare. Mi sembra che anche il poco che decidiamo di fare può non essere perfetto, ma è sicuramente molto meglio del niente che può diventare facilmente un abbandono. Dobbiamo continuare a dire e a fare per cambiare la scena.
Barbara Tint
Ascolto profondo, presenza, consapevolezza dello status, contatto con le emozioni: ecco le altre “materie” da insegnare ai più piccoli perché possano crescere in equilibrio con se stessi e con il mondo che abbiamo riservato loro.
Gli adolescenti sono affascinati dalle dinamiche di status
Mentre gli altri concetti sono abbastanza intuitivi, mi soffermo in particolare sull’idea di status, così come evidenziata da Keith Johnstone, uno dei padri del moderno teatro di improvvisazione.
Johnstone dice che possiamo manipolare consciamente il nostro livello di dominio sugli altri. Ha applicato le osservazioni di un altro grande studioso del comportamento animale, Konrad Lorentz, creando degli esercizi appositi per gli improvvisatori.
Status è una differenza di “altezza”, è il modo di posizionarsi tra persone in relazione e può assumere la forma di dominio o di sottomissione, è un’influenza, è un equi-squilibrio che incide su percezione, aspettative e comportamento.
Allora educare i piccoli e i giovani a comprendere che esiste un’influenza tra le persone, che questa forza parla di dipendenza/indipendenza e soprattutto, fare in modo che questa influenza sia rivolta a prospettive costruttive, fa parte dei nostri “strumenti” educativi.
La continua sperimentazione dei limiti di influenza reciproca è una parte molto importante dell’esperienza adolescente, ecco perché i giochi basati sullo status prendono molto i giovani e permettono loro di esplorare tutte le sfumature dell’essere “più” o “meno”.
Soprattutto se sullo sfondo appare l’idea naturalistica che il maschio dominante, l’alfa, è quello che ha più possibilità di conquistare la femmina e di contribuire alla sopravvivenza della specie o che comunque risulti essere, nel gruppo dei pari, il più figo.
Ecco allora che i giochi sullo status possono aiutare ad esplorare gli stereotipi di genere e possono aiutare i giovani ad accogliere e a valorizzare le differenze.
Il ruolo degli influencer
La questione principale è sempre legata ai valori che il comportamento esprime e quindi all’esempio di chi riesce ad avere influenza sugli altri (viviamo nell’epoca degli influencer, no?).
Credo sia in gioco un valore fondamentale del sé: l’autostima. Da questa percezione dipende lo status con il quale entriamo in relazione con gli altri e da questo livello dipende il nostro grado di indipendenza dagli altri.
Non perché l’etichetta dice “professore/professoressa”, “maestro/maestra” il rispetto degli alunni è dovuto, dice lo psicoterapeuta danese Jesper Juul, oggi lo status, va guadagnato nella relazione e dimostrato nei fatti, nella pratica del rispetto che si pretende.
Lo stesso vale per qualsiasi altra persona che si trovi in uno status più alto dei bambini e dei ragazzi e che voglia porsi in un’ottica educativa.
Per essere fedeli, bisogna essere ribelli.
Ho assunto per molti anni l’incarico di capo Scout e ho imparato che la testimonianza nei fatti è l’unico modo per rendere pregnanti gli insegnamenti.
Martin Buber, ne “Il cammino dell’uomo” dice che non c’è molto da fare per essere veramente: dire ciò che si pensa e fare ciò che si dice.
“Pongono il loro onore, nel meritare fiducia” recita un articolo della legge Scout e il merito passa dall’incarnare e dall’esprimere capacità, qualità e valori.
Dare l’esempio, ispirare il comportamento altrui, essere seducenti.
Ed è strumento potente attraverso il quale potrebbe arrivare il cambiamento e soprattutto, l’idea, evidenziata dalla pandemia, di “ritorno alla normalità”.
Normale è un afroamericano che muore soffocato da un poliziotto
Per concludere, torno alla newsletter del primo paragrafo.
Poco sotto l’introduzione, si trova la video-intervista che riporto di seguito, con Cathy Salit, membro storico di AIN e fondatrice di “The Global Play Brigade“.
GPB è una rete internazionale di volontari legati al mondo del gioco e della performance: attivisti, improvvisatori, clowns, musicisti, educatori e terapeuti appositamente riuniti per cercare una risposta ai problemi emersi nella pandemia.
La Brigade nasce nel marzo 2020 per condividere a livello globale gli strumenti del gioco e dell’improvvisazione, perché possano servire a tutte le persone, in questo momento di crisi.
Sono strumenti universali, spesso sottovalutati dal mondo serio, che possono fondare un cambiamento culturale e mostrare l’orizzonte delle nuove possibilità.
Ma soprattutto, è un movimento che vuole andare oltre il periodo di fatica attuale e non ha interesse per tornare alla normalità.
Normale è il brutale omicidio di George Floyd.
Normale è l’inadeguato, sotto-finanziato, ingiustamente distribuito sistema sanitario.
Normale è milioni e milioni di persone disperatamente povere.
Normale è la politica faziosa e la corruzione e normale è distruggere il nostro pianeta.
…
Per creare un mondo nuovo abbiamo bisogno della gioia.
Cathy Salit
Ecco allora perché è importante giocare con l’alto e con il basso, provare a stare sopra e provare a stare sotto. Avere consapevolezza dello status.
Far provare alle nuove generazioni il vecchio gioco dell’altalena in bilico.
Dove il divertimento è assicurato, purché si continui ad andare un po’ su e un po’ giù, tutti quanti.
Reazioni d’oltreoceano
Qualche giorno dopo aver scritto questo articolo ne ho informato le due persone da cui ha preso spunto. Mi hanno risposto così:
Thank you Gigi! This is beautiful! I’m so glad to know the words and work are touching you. We need everybody now to help the world. I will practice my Italian! Barbaras
Grazie Gigi! È meraviglioso! Sono felice di sapere che le parole e il lavoro ti toccano nel profondo. Ora abbiamo bisogno di tutti per aiutare il mondo. Farò pratica con l’italiano!
Barbara Tint
Hi Gigi! So sorry for the delay in responding to you. Thanks so much for your kind words, and I loved your blog! I hope you will join the Global Play Brigade and become one of our many performance activists. All the best to you and yours….
Ciao Gigi! Scusami tanto per il ritardo nella risposta. Grazie mille per le tue parole gentili, mi piace molto il tuo blog! Spero che ti unirai alla Global Play Brigade per diventare uno dei nostri molti attivitisti. Tutto il meglio per te e per i tuoi…
Cathy Rose Salit
Onorato e contento (confuso e felice) sento che tante persone si stanno muovendo per continuare a giocare la vita in questo mondo e credo che serva un costante impegno di condivisione.
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