Le tecniche di teatro che escludono il verbale, facilitano l’apertura di temi e il superamento dell’imbarazzo di parlarne.
Nel corso di una sessione di Teatro Immagine, proposta per esplorare i possibili temi da portare in scena, il lavoro di lettura di una situazione ha permesso ad una ragazza di portare sotto gli occhi di tutti un tema che rientra, ha precisato, tra le “cose di cui non si parla mai“.
Ho chiesto ai ragazzi di fare un brainstorming teatrale, con la tecnica del Teatro Immagine, per provare a definire il tema del loro prossimo spettacolo.
Cenerentola
Subito sono state rappresentate scene che hanno portato il tema della ricchezza e della povertà. Qualcuno ha nominato Cenerentola così da raccogliere in una storia già nota, una serie di tematiche universali.
A un certo punto una ragazza ha posizionato sulla scena due coppie nell’atto di ballare. La coppia sulla destra è stata creata con un attore maschio e un’attrice femmina, mentre quella sulla sinistra vedeva due attrici femmine.
Quando uso questa tecnica, chiedo sempre al pubblico e, in secondo luogo, alla “scultrice” o allo “scultore”, se i personaggi modellati sono maschi o femmine, non è scontato che chi compone la scena con attori maschi o femmine, voglia mostrare personaggi di genere corrispondente.
Per un approfondimento sulla tecnica puoi leggere l’articolo Inventare uno spettacolo teatrale con il Teatro Immagine.
Dello stesso sesso
Quindi una coppia di genere diverso e una coppia dello stesso genere.
Mentre il gruppo di ragazze e ragazzi non coninvolti sulla scena, chiamati a “leggere” personaggi, contesto e vicenda dal proprio punto di vista, non hanno rilevato l’elemento, la scultrice ha voluto precisare:
“Volevo mettere un tema di cui non si parla mai”.
Si riferiva all’orientamento sessuale. La coppia era volutamente omosessuale, proprio per far emergere il tema nel gruppo, per portarlo all’attenzione del gruppo.
Le finalità del teatro sono molteplici, compreso l’aprire una discussione e un confronto su temi attuali, presenti, ma scomodi.
Il fatto che nel teatro un uomo possa interpretare una donna e viceversa, che sia più facile giocare con l’omosessualità o, in generale, con tematiche legate al sesso, in tutte le sue accezioni, perché si scherza, perché si prova e ci si mette alla prova, perché è per finta, è un grande vantaggio.
Il filo da disbrigliare
Educatori ed insegnanti che utilizzino giochi e tecniche teatrali a scopo educativo possono imparare a sfruttare al meglio l’occasione.
Tanto più che pre-adolescenti e adolescenti sono nel pieno della ricerca su di sé e hanno bisogno di scendere sotto la superficie degli stereotipi e dei luoghi comuni per incontrare paure, desideri e liberazione.
Perché sono cose di cui non si parla mai?
Alcune tematiche vengono censurate con la scusa che la scuola non se ne deve occupare, non è il luogo adatto. La scuola è un posto per studiare.
Questo atteggiamento ricorda “l’inganno consueto” di una poesia di Eugenio Montale (Forse un mattino andando in un’aria di vetro), la normalità che deve reggere per non mettere in crisi gli “uomini che non si voltano”.
Voltarsi, accorgersi, mettersi in cammino con la paura di entrare in tematiche delicate, se il gruppo lo richiede ed è disponibile ad affrontarle. Lo scopo è teatrale: dare una forma artistica e performativa ad un tema urgente per chi lo rappresenta, il risultato può essere altamente educativo.
Osare la sfida, per dirlo ancora con Montale, prendere in mano “il filo da disbrigliare che ci metta nel mezzo di una verità” da poter condividere, seppure in una finzione scenica.
Quale momento migliore per educare alla tolleranza, alla libertà, al rispetto?
Lascia un commento