Sculpture Hommage aux femmes de

Inventare uno spettacolo teatrale con il Teatro ImmagineLettura in 6 min

Tutto ciò che può essere immaginato è reale

Pablo Picasso

Un modo per superare il “blocco del regista”: abbozzare le scene con la tecnica del Teatro Immagine

Devi o vuoi iniziare a lavorare sulla struttura di uno spettacolo teatrale e non hai la minima idea di dove cominciare. Ti piacerebbe che il tema e la storia dello spettacolo potesse essere scelta democraticamente e non imposta da te. Forse puoi inventare uno spettacolo teatrale con il Teatro Immagine.

Questa tecnica può essere utile sia che tu abbia già trovato un tema o un testo su cui lavorare, sia che tu stia partendo da zero e ti permette di tradurre direttamente in immagine e in azione le proposte che il gruppo può esprimere per la rappresenazione.

Inventare uno spettacolo teatrale con il Teatro Immagine

La tecnica del Teatro Immagine

Teatro Immagine è il nome che un regista/attore brasiliano di nome Augusto Boal, fondatore del metodo del Teatro dell’Oppresso, ha dato alla tecnica, diffusa in molti percorsi teatrali, di scolpire i corpi per creare una rappresentazione statica di un tema.

Nata per far riscoprire alla gente la propria teatralità, è utile come mezzo per esplorare e conoscere la realtà. Si basa sull’ipotesi che “tutto il corpo pensa”, che la sintesi tra corpo, mente ed emozioni, escludendo per un poco la parola, permetta un’espressione più ampia dell’esperienza personale.

E’ una tecnica basata sulla costruzione di immagini coi corpi delle persone; le immagini create esprimono il pensiero “visivo”, concreto, potenzialmente già in azione, di una persona e del gruppo di appartenenza riguardo ad un argomento/problema.

Questa specie di “scultura di corpi” è, di fatto, un fermo immagine di una più ampia vicenda, una storia che ha un “prima” e un “dopo”.

Si realizzano in questo modo, alcuni “fermi immagine” che rappresenteranno i vincoli creativi attorno ai quali lavorare, nuclei di partenza, di senso e di messa in scena.

Teatro Immagine per iniziare una storia

Una regia condivisa

Quando si lavora in gruppo e si vuole partire da una proposta condivisa, questa tecnica permette di iniziare a segnare sulla mappa alcune tappe dalle quali la rappresentazione passerà.

In questo modo, creare lo spettacolo, consiste nell’esplorare il prima e il dopo delle scene statiche rappresentate. Inventare uno spettacolo teatrale con il Teatro Immagine permette di avere dei punti di partenza (che potranno poi essere modificati o eliminati) da cui muovere la ricerca della storia.

La tecnica, non essendo basata sulla parola, facilita la parteciapazione di chi meno si espone verbalmente con il gruppo e aiuta chi di solito parla troppo, a sintetizzare.

Ogni proposta del singolo membro del gruppo diventa proposta del gruppo stesso, pensando l’insieme delle persone come un organismo che esprime un proprio pensiero.

L'intelligenza dello sciame
Photo by Francesco Rosati on Pexels.com

Entra in gioco “l’intellgenza dello sciame” di cui ho parlato nell’articolo “A scuola con le termiti”: non c’è un regista che imposta scene e decide cosa far fare agli attori, non c’è un drammaturgo che scrive un copione e lo sottopone agli altri professionisti per la messa in scena.

Gli attori stessi hanno un piccolo spunto di partenza dal quale muoversi e improvvisare liberamente, coordinandosi reciprocamente in base all’andamento della situazione.

La voce del gruppo

Questo approccio fa emergere immagini che richiamano il vissuto personale e quello collettivo, L’interpretazione e la “lettura” delle scene, dei personaggi, dei contesti, delle possibili azioni da parte di tutti i presenti, amplifica il panarama di significati e fornisce materiale per elaborare la più ampia narrazione.

Il lavoro di scrittura avviene a posteriori, è un raccolto dei frutti maturati nel campo.

Fondamentale è l’attività di osservazione di chi, in quel momento, non è coinvolto sulla scena. Osservare e raccontare dal punto di vista dello spettatore. Elementi interessanti e parti superflue. Così, anche chi non ama stare in scena, ritrova un proprio protagonismo.

Come applicare la tecnica

Puoi usare questo metodo sia che il gruppo parta da zero, chiedendo a tutti di pensare ad un tema da proporre per lo spettacolo (che non verrà espresso a parole), sia che l’avvio provenga da una storia già conosciuta: un libro, un film, un fumetto, e così via.

Troverai la descrizione dettagliata della tecnica in un prossimo articolo appositamente dedicato al Teatro Immagine.

Solitamente la sessione di lavoro viene preceduta da giochi ed esercizi propedeutici: puoi usare il gioco dello specchio, il gioco dell’Ipnosi Colombiana, il gioco del palloncino, …

esercizio teatrale dello specchio
Photo by cottonbro studio on Pexels.com

Da qualche anno collaboro con l’associazione Un Palcoscenico Per i Ragazzi, di Vimercate, che si occupa di sviluppare percorsi teatrali nelle scuole fino ad una rassegna di spettacoli con una selezione nazionale delle migliori rappresentazioni.

Nell’impostare i laboratori con le scuole che mi sono state affidate, ho utilizzato questa metodologia.

Se vuoi scoprire come questa tecnica ha portato un risultato educativo ulteriore nel favorire il confronto sui tabù del gruppo puoi leggere l’articolo Cose di cui non si parla mai.

Nessuno è obbligato a fare niente

Bambini che si rifiutano di giocare
Photo by Courtney Stephens on Pexels.com

Una delle difficoltà che un esperto di teatro incontra quando entra in una classe per iniziare un laboratorio teatrale è la motivazione dei partecipanti.

Quando l’idea di fare teatro nasce da una proposta dell’insegnante e tutti devono partecipare sotto minaccia di nota, l’espressività personale subisce una tortura.

Per un approfondimento su questo tema puoi leggere l’articolo relativo Nessuno è obbligato a fare niente.

Mi preme qui sottolineare il fatto che non si possono costringere le persone a fare teatro, qualcuno non lo desidera e ha un’esperienza di disagio.

Il Teatro dell’Oppresso mi ha insegnato ad iniziare ogni laboratorio con una premessa fondamentale: nessuno è obbligato a fare niente di quello che propongo.

L’uso del Teatro Immagine per come descritto in questo articolo va proprio nella direzione di favorire la creatività personale, attraverso il gruppo e viceversa, permettendo di sperimentare la libertà espressiva e la collaborazione motivata nella creazione di una drammaturgia.

Si può provare, si può osservare, si può partecipare in vario modo, ciascuno secondo i propri tempi e in sintonia con le dinamiche del gruppo.

Il mio compito è creare il clima leggero e confortevole dove le persone trovino la propria voglia di giocare insieme agli altri e dove possano condividere, anche in modo artistico, un pezzetto di vita.

Devo dire che, data quella premessa, raramente mi capita qualcuno che resti fermo sulla sedia a non far nulla.



Se vuoi consigliare questi temi a qualcuno puoi farlo facilmente cliccando qui sotto:


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